IL FALLIMENTO DI ENTE, TERRITORIO E FIERA – PARTE 2

Questo è il seguito dell’articolo pubblicato settimana scorsa: IL FALLIMENTO DI ENTE, TERRITORIO E FIERA – PARTE 1

PERCHÉ ENTE, TERRITORIO E FIERA É FALLITA?

Come spiegavamo nell’articolo precedente, questa partecipata del comune, ha attraversato ben tre amministrazioni, nata con Lodi, messa in liquidazione (più a parole che nei fatti) da Toselli, infine sarà cancellata nei prossimi giorni da Accorsi. In meno di 10 anni ha esaurito ogni chance di successo, indebitandosi in maniera clamorosa e senza via di uscita. Badate bene che noi parliamo di fallimento, ma in realtà dovremmo dire liquidazione e basta; questo perché, nonostante sia a tutti gli effetti un’azienda che non non riesce più a fare fronte ai propri debiti, se i creditori non agiscono in sede legale, questa verrà semplicemente cancellata dal registro delle imprese. Siccome a conti fatti, non ci sono i presupposti per conseguenze penali per gli amministratori, né tanto meno un patrimonio da cui attingere per recuperare qualche soldo, ai creditori conviene almeno risparmiare i soldi degli avvocati. Ma parliamoci chiaro, un risultato così è colpa di tutta la politica.

IL PECCATO ORIGINALE

Già di per sé in Italia, creare aziende partecipate è un rischio molto grande. Se di base un’impresa che ha come socio un comune (o lo stato), dovrebbe garantire entrate e appalti sicuri, spesso queste diventano dei veri e propri parcheggi pagati per ex politici o amici elettorali. Alla guida di queste partecipate vengono messe persone non adatte al ruolo, men che meno dei manager, che hanno piena libertà, non essendo obbligati a pubblicare i bilanci. Poi il socio maggioritario (ovvero il comune) che dovrebbe dettare la linea di governance, si ritrova a cambiare amministrazione ogni 5 anni, creando ulteriore confusione. Ma anche mettendo che in questo caso, tutto sia stato fatto nel migliore dei modi, Ente e territorio nasceva con l’intento di gestire una manifestazione con un costo che superava di 6 o 7 volte il capitale sociale. Insomma bastava qualcosa di storto per far naufragare il progetto.

LA PAROLA ALLA POLITICA

Visto che abbiamo dato la colpa alla politica, sebbene a pagarne il prezzo questa volta saranno solo i fornitori di Ente, territorio e fiera, che non vedranno un centesimo di quello che gli spetta, è giusto dargli la parola. Attraverso tre donne che rappresentano bene le fazioni che si sono sedute in consiglio in questi anni.

Carlotta Gaiani (Attuale assessore al Bilancio dell’amministrazione Accorsi): “L’Amministrazione Accorsi ha ereditato una situazione rimasta ignorata per anni, sol che pensiamo che Ente Territorio è stata posta in liquidazione a inizio 2018 nel corso del mandato Toselli e che l’ultima attività dalla stessa svolta è stata proprio l’organizzazione del Carnevale in quell’ultimo anno.
Occorreva prendere una decisione finale, purtroppo ineluttabile, sul destino della società ed è toccato a noi farlo, perché la questione rimasta irrisolta per anni era divenuta improcrastinabile.
Abbiamo svolto uno specifico quesito alla Corte dei Conti per capire se quell’ipotesi ventilata dall’ex sindaco Toselli di ripianare i debiti della società con un trasferimento del Comune potesse in effetti essere attuata, poiché il dato normativo del testo unico delle partecipate pareva ostativo, come espressamente rilevato dai Dirigenti e Revisori dei Conti del Comune, che non ritenevano legittima l’operazione. Non a caso l’operazione più volte preannunciata dalla precedente Amministrazione anche coi fornitori creditori non è mai stata portata alla concreta approvazione con delibera di Consiglio Comunale nell’ampio arco temporale dal 2018 al 2021.
Abbiamo cercato di evidenziare alla Corte dei Conti nella nostra richiesta di parere l’interesse pubblico dell’operazione del soccorso finanziario, proprio per poter andare nella direzione del trasferimento di risorse e consentire così di procedere ad una liquidazione della società con la soddisfazione dei creditori. Ma la Corte dei Conti nei mesi scorsi ha espresso un parere negativo, mettendo nero su bianco l’impraticabilità (già piuttosto evidente peraltro) di quanto immaginato dalla precedente Amministrazione.

Ora quindi l’attuale Amministrazione non ha potuto fare altro che prendere atto della situazione data e portarla almeno ad un esito chiaro e trasparente per tutti: la pubblicazione del bilancio finale di liquidazione al registro imprese della Camera di Commercio, ultimo passo prima della cancellazione della società. Un’operazione di chiarezza e trasparenza, che fa uscire la società dall’immobilismo in cui è stata per 5 anni, verso una direzione oggi ineluttabile che è quella della sua cancellazione dal registro imprese. Se ci saranno strascichi di contenziosi da parte dei creditori per accertare responsabilità personali di chi ha gestito o dato indirizzi alla società negli passati 5 anni non ci è dato saperlo.
Quello che posso senz’altro dire è che noi come Amministrazione Accorsi in questo anno e poco più abbiamo cercato di ricostruire e rinsaldare un rinnovato rapporto di fiducia proprio con quei fornitori e creditori del nostro territorio, con lo sguardo rivolto al futuro e alle nuove progettualità, nel pieno rispetto del lavoro di chi sul nostro territorio fa impresa.

Elisabetta Giberti (Orgoglio Centese): “Il fatto che ente e territorio abbia accumulato un debito così alto, in fase di liquidazione già dichiarata e senza bilanci annuali, è uno di quegli accadimenti che fanno inorridire. Fatto grave che si è tradotto con la corte dei conti che ha espresso un parere così netto rispetto al rifondare un debito del genere. Mi chiedo però come proseguirà e se proseguirà negli organi preposti, l’accertamento della legittimità di questo accadimento. Leggendo un poco di giurisprudenza in merito, ma qui potrei anche sbagliarmi non essendo la mia materia, In generale una società in liquidazione può operare solo se la prospettiva è quella di migliorare la liquidazione, qui siamo arrivati quasi a mezzo milione di soldi dei cittadini di debito. Soldi che non sono stati dati alle aziende che hanno eseguito lavori per l’ente. Credo sia molto grave e mi auguro che eventuali responsabilità vengano accertate.”

Beatrice Cremonini (Avanti Cento ed ex assessore di Toselli): “Si è sempre ritenuto e asserito che “Ente territorio e fiera” non fosse mai stata la società giusta per organizzare eventi, tra tutti il carnevale. Questa società in house, creata e gestita dall’amministrazione Lodi, ha da subito generato un debito importante che si è ripercosso nelle gestioni degli anni successivi. Negli anni 2017 e 2018 l’Amministrazione Toselli si è ritrovata quindi con un debito gravoso dell’Ente territorio e fiera scaturente dalla precedente gestione, e si è trovata davanti alla scelta, per quegli anni, se fosse il caso di fare o non fare il Carnevale.
Visto però l’indotto, stimato tra tutti da Confcommercio, pari a 3 milioni di Euro per l’intero territorio (ristoranti, alloggi, commercio…), l’interesse pubblico di tale manifestazione e la cassa di risonanza che ha per l’immagine della città, si era ritenuto opportuno realizzare in quegli anni l’evento carnevalesco, conferendo l’incarico alla Società in questione in quanto non vi erano le tempistiche tecniche per organizzare con qualcosa di diverso. Occorre ricordare che l’evento Carnevale è molto particolare nel suo genere, e porta in sé molte incertezze legate soprattutto al fattore meteorologico. La manifestazione ha costi fissi per l’organizzatore indipendentemente dal fatto che si svolgano tutte le domeniche o meno ed in caso di cancellazione delle sfilate per i suddetti motivi è palese che si hanno comunque uscite ma non entrate e pertanto si crei un debito.
Nel 2019 e 2020 la Giunta Toselli ha passato l’incarico a CMV non andando in perdita e nel 2021, anno della pandemia, si è incaricata la Fondazione Teatro nell’organizzazione del carnevale, scelta confermata anche dall’attuale amministrazione.

CONCLUSIONI

Come già detto in altre occasioni, a parer di chi vi scrive, le partecipate sono un rischio troppo grosso per i comuni. Troppo caos amministrativo, bilanci non limpidi e costi senza controllo. Bisogna limitarsi allo stretto necessario, magari prendendo spunto da chi ce l’ha fatta: la fondazione teatro Borgatti, su questo terreno è un bell’ esempio; seppur abbia avuto a sua volta delle difficoltà, come una formichina è riuscita un pezzo alla volta a far quadrare i conti, produrre con efficacia quello per cui è nata e si, gestire l’appalto del carnevale di Cento senza per questo fallire. Dunque esistono anche partecipate che possono farcela, ma chiediamo alla politica di non condurre il comune verso terreni falliment… ops, liquidanti.