IL FALLIMENTO DI ENTE, TERRITORIO E FIERA – Parte 1

Premessa
Quest’articolo nasce con il solo scopo di approfondire, un punto all’ordine del giorno del consiglio comunale del 28.12.22. In calce trovate la puntata di dentro al consiglio dove abbiamo anticipato qualche nostro pensiero a riguardo, ma vista la dimensione economica della questione, vale la pena approfondire la nascita, vita e morte di quest’azienda, senza puntare il dito contro nessuno. C’è così tanto da raccontare che abbiamo diviso questo nostro report in due parti: la storia, il commento. Oggi partiamo dalla storia di Ente, Territorio e Fiera.

 

LE PARTECIPATE DEL COMUNE
I comuni italiani, hanno la possibilità di creare o far parte di aziende private, detenendone una parte o la maggioranza delle quote di partecipazione. Queste sono definite partecipate del comune e lo sono ad esempio Clara, CMV servizi, la Fondazione teatro Borgatti e lo era pure Ente, Territorio e Fiera. Nacque in epoca Lodi con lo scopo di gestire eventi specifici, in maniera privata (dunque più celere ed efficiente) con già un grande appalto: il Carnevale di Cento.

LE AMBIZIONI INIZIALI
L’idea di base era molto semplice: il comune prevede un budget per un evento, lo trasferisce alla partecipata che lo organizza e questa sceglie quanto utilizzarne per l’evento stesso. Essendo privata, però può decidere che per quell’evento sia necessario investire di più e quindi necessita di ulteriori fondi, da reperire non più dal comune, ma magari da sponsorizzazioni private, dalla vendita di servizi o addirittura accedendo a dei bandi. Ad esempio alla fondazione Borgatti viene assegnato un budget per la programmazione, che integra con donazioni private e servizi, per fornire spettacoli teatrali altrimenti inaccessibili. L’attuale assessore al bilancio del comune di Cento ci spiega: “Il modello immaginato ormai molti anni fa dal Comune di Cento di affidare l’organizzazione di eventi ad una propria società partecipata è un modello che astrattamente può funzionare e lo vediamo infatti utilizzato anche in molte realtà di grandi città. E prova ne sia, a livello locale, che che quel modello, replicato su Cmv Servizi e sulla Fondazione Teatro ha in effetti funzionato.”
Dunque Ente, territorio e fiera, con quello che il comune metteva a disposizione, poteva organizzare il carnevale ed altri eventi, migliorandone la qualità, aggiungendo risorse economiche da privati.

MANAGEMENT QUESTO SCONOSCIUTO
Per raggiungere gli obiettivi e magari anche un utile (si, è possibile anche per le partecipate), serviva una guida capace non solo di attrarre finanziatori, ma anche di mettere in condizione Ente territorio di camminare sulle proprie gambe dal punto di vista dei servizi. Non basta fare il passamano con il budget a disposizione, nei confronti di altri privati che organizzano l’evento al tuo posto (sotto un lecito compenso fatturato); ma serve essere in grado via via di rivolgersi sempre meno a terzi e sempre più alle proprie forze. Diminuire i costi, aumentare i ricavi, aggiungere servizi da offrire, dando lunga vita alla partecipata. Ma Ente, Territorio Fiera, fin da subito fece fatica a svincolarsi dal essere solo un crocevia di denari, non riuscendo a decollare mai, ma anzi accumulando costi di gestione, sempre più ingenti. Sempre l’assessore racconta: “Non è stato semplice per questa Amministrazione, che non era in carica al momento in cui la società ha cominciato a generare le perdite, comprendere come esse abbiano cominciato ad accumularsi. Dall’analisi dei bilanci che abbiamo fatto si è potuto comprendere come le manifestazioni e gli eventi organizzati siano costati complessivamente di più di quello che era il budget e il trasferimento assegnato dal Comune alla società annualmente col contratto di servizio. Questi maggiori costi avrebbero dovuto essere coperti dalla società con ulteriori voci di entrata, provenienti eventualmente da sponsorizzazioni private o da altre fonti di finanziamento, che evidentemente la società non è stata in grado di intercettare.
Dalla lettura dei verbali di assemblea emerge poi in modo inequivocabile, ed anche imbarazzante, come esse spesso siano andate deserte negli ultimi anni per la mancanza del Comune socio, latitante nel dare indirizzi che potessero concretamente invertire la rotta.

ICEBERG ALL’ORIZZONTE
Ciò nonostante, proseguì con la gestione del carnevale (più qualche piccolissimo sporadico evento), ottenendone il budget corretto per gli eventi (Cmv e Borgatti lo hanno dal 2019 senza particolari problemi) ma non trovando mai la copertura dei costi di gestione, di stipendi e affitti, che non competevano al comune. Accumulando così sempre più debiti e senza una reale idea di come uscire dai guai, nel 2017 (quando il debito superava di gran lunga il capitale sociale) si decise di staccare la spina, affidare la mansione a partecipate più solide (Cmv servizi era alla ricerca appunto di..servizi) e di intraprendere la strada della liquidazione.

AVANTI COI CARRI
Purtroppo nel 2018, pur con Ente, Territorio e Fiera in liquidazione gli fu affidato, per questioni che presupponiamo essere “tempistiche”, per un’ultima volta la gestione del carnevale di quell’anno. Un ulteriore debito, solo parzialmente coperto, che si sommava alla questione, con il problema dei creditori che intanto aspettavano il loro dovuto. Il comune doveva trovare una soluzione, arrivando a proporre di liquidare il debito con un trasferimento, pur di chiudere la faccenda. Qualcosa dev’essere andato storto perché dalla proposta di delibera 2017/2018, si è giunti (pare) alla conclusione di questa vicenda solo ad oggi 2023.

VAI AVANTI TU, CHE MI SCAPPA DA RIDERE
Quel qualcosa pare essere la voce sempre più insistente dei tecnici del comune; infatti si vociferava che per legge, il comune non poteva pareggiare i debiti della partecipata, lasciando i creditori a mani vuote, anche perché le casse piangevano. Meglio informarsi meglio allora, chiedere pareri a tecnici contabili e vedere quali soluzioni praticabili erano rimaste, accumulando nel frattempo (sono passati 5 anni) la bellezza di 450.000€ di debiti. Ci ha pensato la corte dei conti, interpellata dall’amministrazione Accorsi (che voleva chiudere presto questa triste vicenda), a dare la sentenza definitiva ed inequivocabile: Ente, Territorio e Fiera, va liquidata come una normale azienda privata, con regolare procedura al tribunale, senza che nessuno possa avallarne i debiti, con buona pace dei creditori a cui rimangono solo avvocati a cui rivolgersi.

Questa a grandi linee la storia conosciuta, ma visto che questa partecipata ha attraversa ben 3 amministrazioni, le conclusioni di questa vicenda le lasciamo alla seconda ed ultima parte, assieme al commento politico dell’assessore Carlotta Gaiani, Elisabetta Giberti (Orgoglio Centese) e Beatrice Cremonini (Avanti Cento).