IRONIA SATIRA DOLORE

Venerdì 3 marzo ore 20:45, la Sala Zarri di Palazzo del Governatore si travestirà di “Ironia Satira Dolore La maschera da Bonzagni a Wildt all’inizio del Novecento”; è questo il titolo della prossima conferenza del Centro Studi Internazionale “Il Guercino” che vedrà come relatore il Prof. Virelli.

Dopo la visita alla Raccolta della Collezione CREDEM a Reggio Emilia, con la quale abbiamo aperto il calendario di iniziative del 2023 introducendo anche questa nuova modalità di visite “sul campo”, riprendiamo il ciclo di conferenze organizzate dal Centro Studi. Colgo questa occasione per ricordare che il nostro Centro Studi ha la mission di occuparsi dello studio della valorizzazione non solo della figura del Guercino, ma anche di tutti gli artisti del nostro territorio, oltre che del patrimonio storico e museale centese 

Afferma con forza e gioia la Presidente del Centro Studi, Valeria Tassinari. Continua:

Ecco dunque perché la conferenza di venerdì 3 marzo sarà dedicata ad Aroldo Bonzagni, un artista nato a Cento nel 1887 e prematuramente morto a Milano a causa dell’epidemia di febbre spagnola nel 1918. Come ben sai a Bonzagni e all’arte del Novecento è dedicata la Galleria d’Arte Moderna di Cento, un museo che purtroppo da tempo è chiuso in attesa di lavori di adeguamento all’interno del Palazzo del Governatore. La sua ampia e diversificata collezione è molto importante per capire la poetica dell’artista, del quale si conservano numerose opere, e per approcciarsi all’arte del nostro tempo.
Perciò abbiamo scelto di ricordare la figura di Bonzagni attraverso l’unica opera del museo sempre visibile al pubblico (si trova infatti al piano terra del palazzo) e cioè lo straordinario monumento funebre che fu pensato per lui dal suo amico Adolfo Wildt, uno dei più importanti scultori europei del XX secolo. Si tratta di un’opera straordinaria, con una storia commovente, in quanto la finanziarono gli amici di Aroldo, tra i quali Arturo Toscanini, e fu inizialmente collocata al cimitero Monumentale di Milano ma poi fu portata qui per volontà di Elva, sorella di Aroldo. Infine perché parlarne mentre ancora siamo nel clima del nostro Carnevale? Perché l’opera riprende il tema della maschera, un soggetto metaforico che ha avuto grande successo nella filosofia, nelle arti visive e nella letteratura del Novecento, e che era molto caro anche a Bonzagni. Le tre maschere che si guardano tra loro nel monumento rappresentano infatti l’Ironia, Satira e Dolore, unite ai piedi dell’Albero della Vita. Ce ne parlerà Giuseppe Virelli, docente presso l’Università di Bologna ed esperto dell’opera di Bonzagni, uno studioso competente e brillante, che credo saprà coinvolgere molto bene il pubblico.
Con questa conferenza vogliamo riportare l’attenzione anche sul nostro patrimonio artistico contemporaneo, che è davvero molto importante ed è dunque un gran peccato non poter condividere con il pubblico.

Non solo Guercino, ma anche Aroldo Bonzagni (1887-1918), pittore dal talento vivace e spiritoso, elegante ma di polso; gran disegnatore, assiduo e penetrante, capace di fare della buona satira sociale e politica.

Lasciandovi con le parole del Prof. Virelli, vi invitiamo dunque a partecipare alla conferenza di venerdì per scoprire l’interessante figura e personalità di Aroldo Bonzagni:

Il monumento funebre di Aroldo Bonzagni scolpito da Adolfo Wildt incarna perfettamente l’indole grottesca, tragica e irriverente di uno dei protagonisti assoluti del panorama artistico italiano d’inizio Novecento.
Attraverso l’analisi delle opere dell’artista centese, infatti, si possono rintracciare gli attori principali della società del cosiddetto secolo breve: dai gaudenti borghesi dell’alta società ai soldati impegnati nella Grande Guerra, dai Re e Imperatori agli emarginati delle nuove periferie urbane. La sua pittura ‘feroce’ e salace si offre allo spettatore come una ideale sfilata di ‘maschere’ di un mondo nuovo in continuo cambiamento. Nel seguire il percorso intrapreso dal nostro non mancheranno riferimenti agli artisti suoi colleghi e amici, in primis, appunto, Adolfo Wildt, uno dei maggiori scultori dell’epoca, ma anche i sodali del primo gruppo futurista come, ad esempio, Carlo Carrà, Umberto Boccioni, Romolo Romani e Luigi Russolo passando per gli “isolati” Carlo Erba, Giuseppe Biasi e Primo Sinòpico.