TUMORE MAMMARIO, L’INCONTRO PUBBLICO PER SPIEGARE LE NUOVE ‘ARMI’ PER COMBATTERE MEGLIO LA MALATTIA NELLA FASE PRECOCE

Tumore al seno in fase precoce: le nuove ‘armi’

per la prevenzione e la cura

 

L’incontro aperto al pubblico di ANDOS e Aziende sanitarie 

 

Si tiene mercoledì 15 giugno, alla Sala Estense dalle 15 alle 17,30

 

 

Ci sono nuove armi per la lotta ai tumori. Sono i test genomici e sono in grado di “predire” l’aggressività di un tumore in fase iniziale (precoce) e capire se e quanto possa essere utile procedere alla chemioterapia.

 

Il tema è al centro di un evento pubblico previsto per mercoledì 15 giugno, dalle 15 alle 17,30, alla Sala Estense dal titolo I test genomici nella diagnosi e terapia dei tumori mammari in fase precoce”. Appuntamento voluto dal comitato di Ferrara dell’Associazione donne operate al seno (ANDOS) e organizzato dal SIFA – Servizio Intraziendale Formazione Aggiornamento, coinvolgendo diversi professionisti delle due aziende sanitarie di Ferrara (Azienda USL e Azienda Ospedaliero-Universitaria).

 

L’obiettivo dell’incontro, aperto a tutti, è quello di sensibilizzare le figure professionali impegnate in questo campo e l’intera cittadinanza a gestire il tumore mammario in fase precoce.

 

L’evento segue il primo appuntamento che si è tenuto il 9 giugno, a Cona. Un corso di formazione per specialisti del settore dal titolo “Up to date 2022: la gestione del tumore mammario in fase precoce”.

 

L’incontro di mercoledì sarà aperto dai saluti delle Direzioni di Azienda USL e Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara e dal sindaco di Ferrara Alan Fabbri. L’amministrazione estense patrocina l’iniziativa.

 

Sono in programma, inoltre, gli interventi di diversi esperti in tema di tumore mammario e il volontariato spiegherà l’introduzione nella cura del tumore mammario dei test genomici, i cambiamenti per la diagnostica e la terapia, il lavoro del centro di senologia di Ferrara e il ruolo del terzo settore.

Il contributo del mondo del volontariato e delle associazioni è molto importante per strutturare insieme percorsi dedicati ai pazienti – commenta la dottoressa Monica Calamai, direttrice generale dell’Azienda USL di Ferrara –. Andos è un’associazione particolarmente attiva che, ad esempio con questa iniziativa, favorisce la sensibilizzazione rispetto alla patologia del tumore della mammella. Si tratta di un aspetto molto importante, anche in ottica di promozione della prevenzione e diagnosi precoce di queste patologie, che sta vedendo e vedrà le aziende sanitarie sempre più proattivamente impegnate, nell’alveo del Piano di Prevenzione della Regione che attribuisce molta importanza a questi aspetti”.

 

ANDOS è centrale per il supporto alla Breast Unit e al Percorso diagnostico-Terapeutico Assistenziale dell’Azienda Ospedaliero–Universitaria di Ferrara. La collaborazione è pensata per mettere “al centro” del percorso di cura la persona, consentendo alle pazienti di assumere un ruolo più attivo nel processo di prevenzione, di guarigione e per favorire il completo recupero del benessere psico-fisico durante e dopo i trattamenti oncologici – sottolinea la dottoressa Paola Bardasi, commissario straordinario dell’AOU di Ferrara -. I nostri percorsi prevedono una presa in carico della donna e un percorso personalizzato che, grazie alle recenti innovazioni diagnostico-terapeutiche, partono dalla caratterizzazione biopatologica del tumore alla mammella consentendo una terapia personalizzata senza mai tralasciare la presa in carico dei bisogni psicologici della donna. È infatti questa la visione che recentemente ha portato la nostra Azienda ad aprire un ambulatorio di dermopigmentazione del capezzolo per consentire alla donna di accedere ad un servizio sicuro garantito dal servizio sanitario regionale”.

 

L’alleanza tra professionisti del settore sanitario, volontari e associazioni dimostra di essere un elemento fondamentale e di grande forza per fornire le migliori risposte ai pazienti, tenere alta l’attenzione sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce, per sensibilizzare i cittadini – dice il sindaco Alan Fabbri -.  L’attività di Andos Ferrara, che ringrazio, si conferma preziosa, nel proporre e attuare momenti, occasioni, iniziative, tecniche, strategie per fare informazione, stare al fianco e fornire supporto specifico alle donne e per migliorare il più possibile i risvolti negativi della malattia, dalla fase di diagnosi alla riabilitazione. Rinnovo l’occasione per esprimere il mio ringraziamento a tutti i volontari“.

 

Con l’informazione si fa anche riabilitazione – osserva Marcella Marchi, presidente Andos Ferrara –, per questo abbiamo pensato a due momenti distinti: il primo è rivolto in particolare al personale sanitario (con accreditamento formativo), il secondo sarà di grande interesse per ogni persona, trattando i temi legati alle terapie innovative per la cura del tumore al seno. L’obiettivo è quello di riallacciare il legame tra sanità pubblica e cittadini, ovvero arrivare a un’alleanza terapeutica tra medico e paziente attraverso trasparenza e semplicità del linguaggio, competenze dal volto umano che sappiano attribuire il giusto valore alla tecnologia, senza farne un totem. La priorità è quella di considerare sempre e comunque ogni paziente come una persona unica nella sua irripetibile singolarità”.

 

Il Contesto epidemiologico.

 

Quello al seno è il tumore più frequente nelle donne (rappresenta il 30% di tutti i tumori), con circa 4.500 nuovi casi diagnosticati ogni anno in Emilia-Romagna. Dall’anno scorso in regione le donne con tumore della mammella in fase iniziale possono accedere gratuitamente ai test genomici per la cura della patologia. Esami che, di fatto, rappresentano un aiuto in più per i clinici nella scelta dei percorsi terapeutici più adatti alle pazienti.

 

Ci sono tumori al seno, infatti, in cui è chiaro se occorra o no fare la chemioterapia; altri, invece, in cui gli esami “tradizionali” non sono sufficienti. Ed è qui che viene in aiuto la genomica, con test in grado di “predire” l’aggressività di un tumore in fase iniziale e capire quanto sia utile aggiungere la chemioterapia alla terapia ormonale. La stima delle pazienti che potrebbe usufruire di questa prestazione è pari a circa 850 l’anno, con una possibile riduzione del 50%-65% dei casi di ricorso alla chemioterapia.

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