PARLATE DELLA MAFIA, PARLATENE ALLA RADIO… MA PARLATENE

“Parlate della mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Ma parlatene”. Così diceva Paolo Borsellino e così ha cercato di fare il Comune di Cento la scorsa settimana per la celebrazione della Giornata Della Memoria E Dell’impegno In Ricordo Delle Vittime Innocenti Delle Mafie che come ogni anno cade il 21 del mese di marzo.

Giovanni Impastato riceve la medaglia del Comune di Cento

Il primo momento significativo è stato di carattere istituzionale con la convocazione di un Consiglio Comunale Straordinario martedì 22 marzo che ha avuto come relatore principale Giovanni Impastato, fratello di Peppino, giornalista e attivista ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978 a Cinisi (PA). Insignito della medaglia del Comune di Cento, l’ospite ha portato la sua testimonianza, priva di ogni retorica che troppo spesso ha offuscato e banalizzato un tema così delicato come quello delle organizzazioni mafiose in Italia. Nei giorni seguenti lo stesso Giovanni Impastato ha poi incontrato gli abitanti del territorio, fra i quali mille ragazzi delle scuole superiori per condividere il proprio racconto con l’intera comunità centese.

Laura Riviello, Consigliere con delega alla Legalità

“La lotta alle mafie è un impegno che ognuno di noi può e deve prendere nel proprio quotidiano. E noi, oggi, abbiamo voluto parlarne in questa sede istituzionale perché crediamo sia importante camminare insieme e lanciare un messaggio chiaro, netto, pulito: ci sono loro, ma ci siamo anche noi! Come rappresentanti delle istituzioni non possiamo esimerci dall’esserci… e dal sottolineare che lo Stato c’è! Da cittadini non possiamo non sentirci chiamati in prima persona a dare l’esempio. Possiamo scegliere da che parte stare, sempre… perché la lotta alla mafia deve essere un movimento culturale che permea ogni angolo della nostra vita. Bisogna parlare di mafia con tutti… soprattutto con i nostri ragazzi per dare loro gli strumenti opportuni e necessari affinché possano scegliere e capire dov’è il marcio. È importante investire in momenti come questi.” Così è intervenuta in assemblea il Consigliere con Delega alla Legalità Laura Riviello della Lista Attiva.

Le Istituzioni hanno poi concretizzato il loro impegno nei giorni seguenti, quando Assessori e Consiglieri si sono recati nelle scuole per omaggiare i bambini di un regalo particolare. “La settimana è iniziata con il racconto di storie di donne vittime innocenti delle mafie in piazza. Ogni storia è stata “abbinata” ad una piccola pianta che diventerà un albero con forti radici. Ogni scuola primaria del nostro territorio ha ricevuto in dono un albero ed una storia.” Continua Laura Riviello. Per questa concreta iniziativa, il Comune si è avvalso della collaborazione di Libera.
Per chi ancora non la conoscesse, Libera è una rete di associazioni, cooperative sociali, movimenti e gruppi, scuole, sindacati, diocesi e parrocchie, gruppi scout, coinvolti in un impegno non solo “contro” le mafie, la corruzione, i fenomeni di criminalità e chi li alimenta, ma profondamente “per”: per la giustizia sociale, per la ricerca di verità, per la tutela dei diritti, per una politica trasparente, per una legalità democratica fondata sull’uguaglianza, per una memoria viva e condivisa, per una cittadinanza all’altezza dello spirito e delle speranze della Costituzione (dal sito internet www.libera.it).

Il Comune consegna un albero alle scuole

Le piante donate dal Comune sono state dunque accompagnate da una storia, dal racconto della vita di una vittima della mafia. “Per i bambini prendersi cura di questa pianta che cresce ha un significato doppio: innanzitutto significa prendersi cura della natura, della terra in cui viviamo e vederla crescere contribuendo alla sua tutela. Dall’altra parte, l’albero la pianta ha un significato simbolico: rappresenta una giornata particolare che è quella della memoria delle vittime Innocenti di mafia. È l’emblema di ciò che dobbiamo fare, cioè dobbiamo ricordare per accendere l’attenzione sulle tante storie di persone e quindi anche di parenti, madri e figli che ancora non hanno trovato giustizia per un dolore ingiusto e assurdo col quale devono convivere. La testimonianza serve a fare conoscere le storie e attraverso la scoperta della verità s’illumina la giustizia.”

In conclusione un pensiero personale. È stato importante che la settimana dedicata alla celebrazione e alla memoria delle vittime delle mafie si sia sviluppata su due strade parallele e in questo caso incidenti, le Istituzioni locali e le scuole del territorio. Questo binario può essere la via per la condivisione della coscienza dell’intera comunità, per arrivare anche a coloro che stanno fra i più piccoli e i rappresentanti delle Istituzioni. Necessario sarà dare seguito al percorso, riproporlo e implementarlo sempre più perché ancora non è scontato investire così tante energie su un tema così importante, in modo particolare con i ragazzi: c’è ancora qualche timore di troppo a parlare di mafia, l’idea che possa essere un tema non compreso, in un qualche modo pericoloso e scomodo. Così nel dubbio, meglio non parlarne. Questa però altro non è che una premessa all’omertà… E non c’è altro da aggiungere. Salutiamo la settimana della legalità con un’ultima frase di Peppino Impastato, la figura attorno alla quale si sono sviluppate le iniziative a Cento: “Bisognerebbe educare la gente alla bellezza, perché negli uomini e nelle donne non si insinuino più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore!”.

Libera con Giovanni Impastato