CHI ERA FRANCESCO SUFFRITTI?

Può capitare che arrivino notizie di una potenza talmente esagerata da non lasciarti parole da dire. Quella notizia per chi vi scrive è stata la scomparsa di un ragazzo di 16 anni; quel ragazzo si chiama Francesco Suffritti.

Di base stiamo cercando di non riportare notizie di cronaca o lutti che fanno notizia, poiché la stampa negli ultimi anni ha vissuto quasi di sciacallaggio su questi temi, noi invece proviamo sempre a porci la domanda: è giusto che se ne parli? Bè, cavoli, si, di Francesco bisogna proprio parlare. Purtroppo però non conoscendolo di persona, prima di scrivere di Francesco abbiamo dovuto chiedere a chi gli era vicino.

Quindi ci siamo rivolti a un amica che conosciamo da tanti anni, che ha avuto la fortuna di essere sua zia; Federica non vedeva l’ora di raccontarci e noi di ascoltare. Francesco era speciale, la sua voglia di vivere, di combattere, di farsi valere era impressionante. Un ragazzo raro, tanto quanto la malattia che ha combattuto fino all’ultimo; con un talento per la scrittura, un talento cresciuto con lui negli anni, rafforzato da una zia (e vi invitiamo a conoscerla per capirlo) che di arte e cultura ci va a nozze.
Da come ne sentiamo parlare per Francesco la scrittura era evidentemente il suo modo di combattere, perché per chi ha una malattia invalidante, non c’è niente di più bello che avere l’attenzione su di se, non per il tuo dolore, ma per quello che in cui sei bravo; Bravo lo era davvero, tanto da vedersi pubblicare in un libro le sue parole, rendendo orgogliosi tutte quelli che gli erano vicino.
Se ascoltate Federica parlare del suo “dadone” si capisce che la malattia non ha impedito di vivere insieme momenti di gioia pura.

Ma ancora più impressionante è sentir parlare di lui gli amici o solo chi ha avuto il piacere di conoscerlo, che lo descrivono così: CORAGGIOSO. Talmente coraggioso che la sua scomparsa sta smuovendo una comunità, che si stringe e si domanda cosa possiamo fare ora per celebrarlo come merita? Sappiate che si è messa in moto una ruota che darà alla luce un sacco di iniziative a lui dedicate.

Quindi ecco chi era Francesco: un ragazzo di 16 anni con tanto talento da mettere in secondo piano la malattia, con tanta voglia di vivere che la sua famiglia ne parla, nonostante tutto, con un sorriso meraviglioso e pieno di orgoglio; con tanti amici che possono raccontare lo stupore che si provava a conoscerlo e vedere che mentre noi rinunciamo ai nostri sogni per pigrizia, lui no, lui ha inseguito il suo sogno fino alla fine; un ragazzo così grande che non basta una chiesa per dargli l’ultimo saluto. Se dobbiamo dare un senso alla vita, l’unico modo è lasciare qualcosa al mondo; lui ci ha lasciato davvero tanto e in 16 anni ha dato un senso clamoroso alla sua di vita.

Sabato alle 14.30 si terrà il funerale allo stadio Bulgarelli a Cento, come una rockstar.

Per chi come noi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, può rimediare guardando la presentazione del suo libro su youtube, o ancora meglio acquistandolo a questo link. Il libro si chiama “Il cielo da quaggiù”.

Federica ha chiuso la conversazione con una frase: “Francesco era un sognatore e sognava in grande, tanto che alle volte lo prendevamo in giro, bè sabato avrà uno stadio tutto per lui, probabilmente sarà lui ora a prenderci in giro a noi..”. Grazie Federica per averci aperto il mondo di Francesco e grazie a Sabrina per aver cresciuto una meraviglia così.