CHI ERA TASI, LA MASCHERA DI CENTO?

Ogni carnevale ha la sua maschera, che ne riporta peculiarità locali e spesso è legata a tradizioni uniche e singolarissime.

Il carnevale di Cento, che ha origini che si possono far risalire fino al 1546 (è stato ritrovato un documento
che lamenta il festeggiamento in piazza dei corsi mascherati ormai in Quaresima, datato appunto 1546),
ha la sua maschera caratteristica in Tasi.
La sua origine in verità è piuttosto recente: pare che tutto sia nato fra la fine dell’800 e gli inizi del 900
per supplire ad una mancanza di una maschera tipica, figura che invece era presente in tutti i carnevali
limitrofi a partire dal quello di Pieve di Cento.
Grazie ad un lavoro di ricerca di Antonio Orsini, che ha pubblicato la sua Selva Enciclopedica con i fatti
storici di Cento, e poi in seguito riportata sul volume pubblicato dalla biblioteca di Cento sui Testamenti
di Tasi, si sa che la figura da cui si prese ispirazione fu Luigi Tasini, detto Tasi.
Era nato nel 1812, di professione falegname, vedovo e riaccompagnato con Luigia, di cui non è chiaro
se fosse marito o solo convivente, ma con cui pare litigasse piuttosto spesso e in maniera abbastanza
teatrale, tanto da preferirle, come compagnia, quella della volpe domestica che spesso portava a passeggio al guinzaglio.
L’aspetto fisico di Tasi era elegantissimo, seppur di bassa statura, con una tendenza all’eloquio forbito
in cui non poteva far a meno di inserire, in preda alla stizza, dei detti in dialetto come il suo famoso
‘Corpo d’ouna galenna zopa’, che tradotto è ‘corpo di una gallina zoppa’. Galenna che come si vede
è molto simile di più alla pronuncia decimina, che non alla bolognese della zona est che diventa ‘galeina’.
Tasi viene poi descritto come con capelli biondi e ricci, con modi singolari e dotato di umorismo.
Il suo primo testamento è del 1907 e quello scritto in maniera ufficiale è del 1910, ad opera di Gateano Schiavina,
a cui dobbiamo il formarsi di un vero e proprio schema per tutti i testamente successivi.
Tasi inizia sempre annunciando la sua morte, che avverrà per rogo perchè insofferente alla sepoltura
e decadimento da opera dei vermi, poi prosegue criticando le cose che non trova di suo gradimento,
con l’ovvia ironia di tutti questi tipi di composizioni assimilabili a filastrocche, o zirudelle come si dice
da queste parti, per arrrivare alla parte finale in cui invita i concittadini benestanti
a contribuire in maniera sempre maggiore al decoro del carnevale, per non farlo retrocedere
alla mianiera del gambero (simbolo nello stemma di Cento). Retrocessione che farebbe diventare
scendere Cento a….novanta. E dopo lo scoppio inevitabile delle risate a questa battuta
Tasi conclude i suoi ammonimenti dicendo che se non si fossero comportati bene, avrebbe dato alla sua
volpe indicazioni di mordere loro ‘i sgarlaton’, cioè i garetti ovvero i talloni.
Tasi lascia poi in eredità capi del suo abbigliamento in segno di ammonimento.
La volpe viene lasciata ad un personaggio che si è distinto per la tirchieria (un anno fu lasciata
all’assessore alla Cultura, colpevole di non essere stato abbastanza genoroso con il Carnevale…), i bottoni
ad un noto ‘attaccabottoni’, la camicia a chi è in corso in difficoltà finanziarie o simili,
la giacca ad un elegantone che si dà magari diverse arie, le scarpe a chi ‘deve fare della strada’
cioè che ha ricevuto un incarico che comporterà notevole impegno, i pantaloni ad uno che si
vanta spesso a sproposito, il cosidetto ‘bragon’ (o bragoun in bolognese, che significa proprio
uno che si dà delle arie), il cilindro anch’esso è donato a chi si vanta magari delle sue
presunte origini nobiliari.

Questa domenica quindi come da tradizione potremo assistere al testamento di Tasi, alle sue invettive
e le sue battute e al rogo finale.
Cerimonia che conclude idealmente il Carnevale. Che quest’anno, almeno dalla sensazione
che abbiamo potuto rilevare in giro, ha davvero fatto diversi record di presenze.

E ci piace pensare che sia dovuto al connubio felice fra i corsi mascherati e le tante, varie,
interessanti iniziative artistiche e di divertimento legati alla Pinacoteca, alla neonata Mostra del fumetto
e tante alte occasioni del territorio (che continueremo a segnalare, come di consueto, sul calendario
di cui trovare il link a fondo pagina)

(per le note storiche su Tasi la fonte è il prezioso libro edito dal Comune nel 2019 intitolato ‘E come ogni an
a son feliz e cuntent ed lezer in piaza al mi testament’; per le note relative ai diversi destinari
dei capi di abbigliamento ringrazio il Dottor Mandrioli per avermi gentilmente fornito tutte le informazioni)