TRA TERRA E CIELO – “IMPRONTE NEL VENTO” DI FEDERICA CIPRIANI

Esplorare il mondo delle arti visive è sempre affascinante e ricco di sorprese. Osservare, analizzare e perdersi nell’atmosfera vibrante e sospesa di alcuni dettagli è ogni volta una nuova esperienza. La stessa energia che emerge da alcune opere è un ponte per raggiungere lo stesso artista che le ha create. 
Ѐ un intreccio che lega a doppio filo le opere di Federica Cipriani, cariche di leggerezza, armonia e poesia.
La sua ricerca “Impronte nel vento”, esposta fino al 16 aprile presso gli spazi del Museo Magi’900, è una vera e propria “ […] riflessione delicata e lucida, che ci attrae grazie a una straordinaria leggerezza visiva ma, subito dopo, ci destabilizza […]” (Valeria Tassinari, curatrice della mostra).

Per conoscere e capire a fondo la figura di Federica e il suo messaggio, qui di seguito vi propongo una breve intervista.

Impronte nel vento – Federica Cipriani

“Impronte nel vento” un titolo curioso ed originale, che cosa significa?

Ho cercato un titolo che fosse poetico e generasse curiosità, ma che allo stesso tempo racchiudesse il senso di tutta la mostra. Impronte nel vento sono dei fotogrammi che provo a fissare e fermare sulla tela: attimi di armonia generati dagli stormi e dal loro volteggiare in cielo. Impronte nel vento sono quelle esperienze e quegli incontri che ci lasciano il segno e che, in qualche modo, ci cambiano. Sono qualcosa di completamente astratto, ma profondamente radicato in noi.

 

Da dove nasce e soprattutto come nasce questo progetto?

La mostra racchiude il lavoro degli ultimi tre anni e ha come comune denominatore il tema dell’identità. La scelta di questo tema è scaturita dall’osservazione della natura. Nello specifico mi sono ritrovata a studiare numerosi video che immortalavano il volo degli stormi: ne rimasi fortemente affascinata per l’estrema bellezza ed armonia che producevano in cielo. Proprio da lì è nata l’idea di mettere a confronto il mondo animale con quello umano, cercando di utilizzarlo come metafora. Ho accolto con entusiasmo la proposta della curatrice Valeria Tassinari di esporre all’interno della Open Box del Museo Magi900, in quanto mi ha dato la possibilità per la prima volta di mostrare la mia arte all’interno di un contesto museale prestigioso del mio territorio; oltre che ho avuto modo di dialogare con gli spazi stessi del museo attraverso una mia installazione.

Impronte nel vento – Federica Cipriani

Qual è stato il tuo percorso formativo e interiore che tu ha permesso di realizzare queste opere?

Ciò che sono ora è il frutto dell’insieme di tutte le esperienze fatte, proprio come raccontano i “Nidi” in mostra. Sicuramente gli studi classici sono stati fondamentali per definire l’approccio alle cose e generare riflessioni dalle quali poi nascono le idee delle opere. Successivamente l’Accademia di Belle Arti mi ha dato poi gli strumenti necessari per concretizzare materialmente queste riflessioni. Il mio lavoro da artigiana è stato sicuramente determinante: mi ha aperto la mente aiutandomi non solo a razionalizzare la progettazione, ma anche a trovare soluzioni ad alcuni problemi. Non ultimo, mi ha trasmesso la curiosità e la voglia di ricercare sempre nuovi materiali da usare, soprattutto materiali industriali che apparentemente sembrano non avere una componente estetica. Attraverso le mie opere racconto come siamo identità singole che si sviluppano attraverso le esperienze con gli altri. E proprio da una riflessione ed analisi delle mie relazioni con le persone a me care che mi ha portato alla concretizzazione delle opere in mostra.

Impronte nel vento – Federica Cipriani

 

Cosa provi mentre crei?

Ѐ molto difficile rispondere a questa domanda. Mentre creo provo diverse sensazioni e molto forti. Dominante è un senso di pace. Mi trovo in una dimensione dove mi sento bene, mi sento me stessa. Quando inizio un’opera, che sia un quadro o una scultura, ho esattamente chiaro e nitido nella mia mente come dovrà essere, ma il processo creativo non è sempre lineare e semplice, soprattutto se si utilizzano materiali diversi e spesso nuovi. È una miscela di trepidazione, ansia, entusiasmo e attesa di vedere concretizzato fisicamente quella che nasce solo come una visione.

 

Impronte nel vento – Federica Cipriani

 

Il Museo Magi’900 ha dedicato il mese di marzo alla creatività femminile: secondo te, quale ruolo ricopre la donna nell’arte?

Le donne nell’arte hanno faticato a guadagnarsi il loro spazio, come è accaduto in altri ambiti, ma alla fine ci sono riuscite. Quando ti soffermi davanti ad un’opera, se quella ti parla e ti trasmette qualcosa, se ti fa entrare in un’altra dimensione anche solo per un attimo, ecco, per me è questo quello che conta. Se l’opera funziona il genere dell’autore diventa secondario.

 

Impronte nel vento – Federica Cipriani

 

Quanto è importante il legame e  rapporto tra contenuto (opere) e contenitore (museo)?

Ѐ molto importante e stretto. È un rapporto di reciproco scambio quello tra spazio e le opere: devono entrambi esaltarsi a vicenda. Ho trovato un’illuminazione assolutamente perfetta per i miei stormi nello spazio Open Box; un’illuminazione che ha accentuato e moltiplicato le ombre, esaltando l’effetto di movimento. Ho avuto la possibilità, inoltre, di allestire l’installazione “Social Imprinting” che ha bisogno di ampi spazi per essere fruita al meglio.

 

Come vedi e senti il rapporto tra artista e curatore?

È un rapporto di fiducia assoluta. Il curatore in qualche modo deve vedere oltre; deve intuire qualcosa di speciale nel lavoro dell’artista, qualcosa che lo spinga a volerlo valorizzare. E l’artista dal canto suo deve ripagare questa fiducia dando il massimo con le proprie opere. Per questo colgo l’occasione per ringraziare Valeria Tassinari per l’invito e per aver compreso a pieno la mia ricerca.

Locandina – Impronte nel vento di Federica Cipriani