PERCHÉ LA ROCCA DI CENTO É CHIUSA? (E NON SOLO)

La domanda, riguardo la chiusura temporanea della Rocca, ci è arrivata da tanti cittadini, finalmente siamo in grado di dare delle risposte, una breve per i più impazienti, l’altra più articolata per comprendere cosa sia realmente successo.

Partiamo da quella breve: la Rocca di Cento è chiusa perché sono scadute le certificazioni di conformità degli impianti, senza le quali in caso di incidenti, si hanno conseguenze pesantissime per il comune e chi lo amministra.  Per ottenere nuovamente quelle certificazioni è necessario fare lavori di ammodernamento che richiederanno tempo e denaro da parte del comune.

Bene, ora che sappiamo quale é il problema, cerchiamo di capire come si è arrivati a questa situazione e cosa ci aspetta.

Come sapete tutti il comune di Cento, tra terremoto, pandemia e crisi di vario tipo, ha affrontato continue emergenze, soprattutto di tipo strutturale, con edifici da riqualificare, mancanza di fondi, mancanza di personale, dovendo mettere pezze ovunque e cercando soluzioni veloci e forse mai davvero lungimiranti. Si sa, i centesi sono facilmente irritabili, tante volte si è preferito l’uovo oggi che la gallina domani; però i nodi arrivano al pettine e quindi ora siamo in una situazione in cui il comune non dispone di nessun luogo destinato alla cultura, se non il centro polifunzionale Pandurera, ben saldo nelle mani della Fondazione Teatro Borgatti. La Pandurera tanto criticata quando fu fatta da Paolo Fava, ora è l’unico punto di riferimento, assieme alla cara Gipsoteca Vitali (a cui andrebbe fatto un monumento) che sono nelle mani dell’assessore alla cultura Silvia Bidoli, che mette anima e corpo nel cercare soluzioni con quello che ha a disposizione. Immaginate la felicità di diventare assessore in un campo che ami profondamente e poi scoprire di non avere nessuno spazio a disposizione:

Teatro Borgatti chiuso.
-Pinacoteca chiusa.
-Rocca chiusa.
-Galleria d’arte moderna chiusa.
-San Lorenzo chiuso (questo non di proprietà del comune ad onor del vero).

Bella sorpresa eh? Poi fa vagamente sorridere anche sentir accusare l’amministrazione attuale di fregarsene della cultura. É evidente che se in 10 anni dal terremoto, ci troviamo con tutti gli spazi chiusi per lavori mai iniziati, mancanza di certificazioni e ritardi di ogni genere, significa che il problema viene da molto più lontano. La vera colpa che questa amministrazione ha, è quella di non dire una cosa che è palese ed ora di affrontare: la cultura a Cento è l’argomento per cui la politica locale (destra o sinistra) ha avuto meno interesse. Non significa nessun interesse intendiamoci, ma significa nessun piano a lungo termine per far diventare l’arte di ogni genere il primo gioiello nella cassaforte comunale, potenziandone strutture e uffici, immaginando un turismo concreto sul territorio. Basti pensare che negli ultimi anni è mancato l’assessore alla cultura, che di base non è un segnale incoraggiante (ma come scusa si è utilizzata la pandemia..); di risorse economiche ne sono state spese certo, ma se il risultato degli ultimi anni è questo, la politica locale è ora che si faccia un bel esame di coscienza, chiedendosi come sono state spese quelle risorse e se davvero è stato fatto tutto il possibile.

Torniamo all’oggetto del titolo, la Rocca di Cento:
La struttura è agibile e in sicurezza, ma senza documentazione corretta e aggiornata, non si può utilizzare senza assumersi delle pericolosissime responsabilità. Il comune si sta impegnando a risolvere questa questione in tempi brevissimi in modo da poterla utilizzare, ma la burocrazia è schifosamente lunga, complice uffici comunali che sono sottodimensionati e che con le risorse a disposizione, fanno il possibile tra mille altre urgentissime questioni.

Il sindaco Accorsi infine ci ha assicurato di aver messo a bilancio in approvazione, numerose risorse per la riapertura di tutti gli spazi culturali, alcuni dei quali potranno riaprire appena sarà riaggiornata la documentazione. La biblioteca sottostante la Rocca è utilizzata e con buona probabilità sarà utilizzabile la parte cortiliva della possente struttura che tanto ci rappresenta.

Noi attendiamo, verificheremo se davvero a bilancio queste risorse ci sono, sperando che finalmente la cultura torni ad essere a Cento qualcosa di cui andare orgogliosi. Di promesse ne abbiamo sentite già abbastanza.

Nel frattempo godiamoci il resto della festa..