Il turismo dei piccoli borghi: opportunità per Cento?

Il turismo nei borghi cresce
Il turismo nei piccoli borghi e nelle aree rurali continua a crescere, diventando un vero motore di sviluppo per il Paese. Secondo Coldiretti, nel settembre 2025 8,5 milioni di italiani hanno scelto di andare in vacanza proprio in quel mese, preferendo mete più tranquille, spesso piccoli centri e agriturismi, con quasi un milione di presenze stimate nelle strutture agrituristiche. È la conferma di una tendenza già in corso: sempre più viaggiatori scelgono esperienze autentiche, lontane dalle grandi città, cercando natura, cultura e cibo di qualità.

I numeri e l’opportunità per Cento
Il 27 settembre, in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, Coldiretti ha diffuso un altro dato significativo: nel 2025 si stimano 5,1 milioni di arrivi nelle oltre 26mila strutture agrituristiche italiane, con un’offerta che ormai non si limita all’alloggio, ma spazia da degustazioni e visite guidate fino a corsi di cucina e attività culturali. Quasi 4 italiani su 10 hanno partecipato, nell’ultimo anno, a esperienze legate al cibo, dalle cantine ai caseifici. Il turismo enogastronomico, nei primi quattro mesi del 2025, ha generato un valore di 9 miliardi di euro, a conferma che il cibo è ormai la prima voce di spesa nelle vacanze italiane.
Questi dati aprono scenari interessanti anche per città come Cento, che con i suoi 40.000 abitanti può diventare un ponte naturale tra città e territorio rurale. Abbiamo attrattori importanti: la Pinacoteca Civica con le opere del Guercino, il Carnevale, la musica, gli eventi culturali, i percorsi ciclabili, i prodotti tipici (su cui però ci sarebbe ancora da lavorare per trovare una propria identità centese). Tutti elementi che potrebbero trasformarsi in un’offerta turistica capace di intercettare questa tendenza verso l’autenticità.

Overtourism e nodi da sciogliere
Il tema dell’over tourism è ormai centrale nelle grandi città d’arte: basti pensare a Bologna, che negli ultimi anni ha visto crescere in maniera esponenziale i flussi turistici, con conseguenti problemi di affollamento, aumento dei prezzi e perdita di autenticità nei quartieri storici. Questo fenomeno può trovare una risposta proprio nei centri minori: città come Cento hanno la possibilità di proporsi come alternativa sostenibile, accogliendo parte di quel turismo “in eccesso” e offrendo esperienze più autentiche, a misura d’uomo e distribuite lungo tutto l’anno.
Ma c’è un nodo che non si può ignorare: a Cento e nelle sue frazioni mancano ancora molte strutture ricettive. Le poche presenti non bastano a sostenere un flusso turistico costante e, senza posti dove fermarsi, è difficile trattenere i visitatori e trasformarli in ospiti abituali. Altro tema cruciale è l’identità: Cento non ha mai pensato davvero a se stessa come a un luogo turistico a tutto tondo. La cultura storica ed enogastronomica centese meriterebbe di essere raccontata e “esportata” con più convinzione, ma finora questo percorso è rimasto parziale.
Basta guardare a Pieve di Cento, proprio di fianco a noi: è da tempo Bandiera Arancione del Touring Club, un riconoscimento di qualità citato perfino da Forbes. A Cento invece il Touring Club non è mai stato un attore nominato o coinvolto in maniera significativa. In compenso, finalmente Cento è rientrata nei percorsi turistici regionali, soprattutto nel circuito museale, che è davvero valido. Ma siamo solo agli inizi, e serve una visione più ampia che permetta la nascita di nuove imprese private, capaci di unire arte, eventi, ospitalità diffusa, percorsi enogastronomici e iniziative di promozione coordinata.

Guardare avanti
Il messaggio che arriva dalle notizie recenti è chiaro: il turismo lento e autentico non è più una nicchia, ma un settore in espansione che muove miliardi. Cento e i paesi vicini hanno tutte le carte in regola per inserirsi in questa nuova mappa, a patto di crederci davvero e di costruire, passo dopo passo, un’identità turistica forte e condivisa.
Il futuro passa anche da qui: trasformare la bellezza dei nostri luoghi in un’opportunità concreta di crescita per l’economia locale e per le imprese.