19 Giu L’ARTE DI MATTEO LOVES A CENTO
In attesa della riapertura della tanto amata Pinacoteca Civica del Comune di Cento, il Centro Studi Internazionale “Il Guercino” continua a mantenere vivo e alto l’interesse nei confronti dell’arte locale attraverso la progettazione e realizzazione di cicli di conferenze e appuntamenti culturali aperti al pubblico.
Grazie a questi incontri e a tutti i relatori che si sono susseguiti nell’ultima stagione, la cittadinanza ha potuto scoprire e conoscere, non solo nuovi aspetti del famoso Guercino, ma anche altri nomi che hanno fatto parte del suo entourage.
Lo stupore e la meraviglia che il territorio centese può continuamente darci sono state brillantemente accompagnate dalla voce e dagli studi esperti di Pietro di Natale, storico dell’arte e direttore della Fondazione Ferrara Arte, durante l’ultima conferenza (prima della pausa estiva) del Centro Studi. Focus dell’incontro del 15 giugno scorso, presso l’elegante Sala Zarri di Palazzo del Governatore, è stato Matteo Loves.
Conosciuto solitamente dai cittadini per dare nome alla via del Centro commerciale Bennet di Cento, Matteo Loves (Colonia, ?- Bologna, ante 1647) si rivela immediatamente come una figura singolare nella cerchia di Guercino.
Pittore raffinato, la cui cifra stilistica emerge soprattutto dall’abilità poetica nella creazione di atmosfere misteriose, Loves fu fedele ed attento collaboratore di Guercino “[…] il quale ebbe un consolidato rapporto di amicizia, come attesta il fatto che nel novembre del 1625 il Guercino fece da padrino al battesimo di Francesca, prima figlia di Matteo”.
Circa la produzione di Matteo Loves, che volse anche un’intensa attività di incisore, di rilievo sono i paesaggi e la realizzazione delle figure umane; elementi che vengono abilmente costruiti dal pittore attraverso lucide sottigliezze fatte di colori brillanti, assai tipiche del contesto nordico. Uno stile creato da atmosfere quasi sospese, dalle quali emergono forti caratterizzazioni dei volti; una pittura quasi smaltata di Matteo Loves che, però, si lega costantemente alla tipica macchia di Guercino.

M. Loves, dettaglio angeli, Ss. Giuseppe e Filippo Neri, Carpi, Duomo
I volti dei suoi personaggi, un po’ sognanti, sono “scolpiti” da una limpida e schietta luce, mostrando una gentile e delicata verità. La classe e l’eleganza si delineano nel corpo del Cristo morto: opera di fortissimo impatto emotivo dove la luce nordica guida il nostro occhio lungo tutta l’anatomia del corpo, conferendo un senso drammatico, ma reale, alla raffigurazione del Cristo defunto.

M. Loves, Cristo morto, 1630-1640, Cento, Pinacoteca Civica
Di forte impatto emotivo, in cui la gestualità e le espressioni dei personaggi sono i protagonisti della scena è la Creazione di Adamo. Il tema proposto è abbastanza inconsueto per l’iconografia del tempo, dove il campo è essenzialmente occupato dalle sole figure di Adamo e di Dio, stagliate su uno sfondo paesaggistico. Qui la cifra stilistica di Matteo Loves si esplica attraverso la raffinatezza ed eleganza del gesto di Adamo che, portandosi le mani al petto, appare quasi “intimorito” e spaventato di fronte alla figura di Dio.

M. Loves, Creazione di Adamo, 1625-1635 ca., Pinacoteca G. Campanini di Pieve di Cento
Un pittore, quindi, veramente straordinario, ricco di particolari e dettagli ancora da scoprire.
Come ricorda sempre Valeria Tassinari, presidente del Centro Studi Internazionale “Il Guercino”, la conferenza si è posta come obiettivo quello “[…] di estendere lo sguardo intorno alla figura del grande pittore centese, cercando di comprendere e valorizzare la singolare portata del suo magistero, anche in previsione della riapertura della Pinacoteca Civica di Cento, attesa per l’autunno prossimo, che costituirà un importante momento di rilancio internazionale della sua arte e della sua scuola”.