14 Gen INTERVISTA A VALERIA TASSINARI
Con grande entusiasmo ed energia, il Sindaco Edoardo Accorsi e l’Assessore alla Cultura, Silvia Bidoli hanno annunciato la nomina di Valeria Tassinari come Presidente del Centro Studi Internazionale “Il Guercino”. Storica dell’arte, critica, docente, nonché curatrice, Valeria Tassinari quindi guiderà il Centro Studi al posto del Professore Salvatore Amelio.
Qui di seguito, un breve intervista a Valeria:
Quali sono le prime sensazioni ?
«Il mio primo pensiero iniziando questo nuovo percorso è il senso di responsabilità, perché fin da quando ho iniziato i miei studi di storia dell’arte sentivo parlare della necessità e dell’importanza di un centro di studi dedicato al Guercino che fosse radicato nel suo territorio di origine ma di respiro internazionale, perché così sono gli studi sul suo lavoro e la distribuzione delle sue opere. La seconda sensazione, più rasserenante, è quella di un “ritorno a casa”, cioè di essere in un contesto che mi appartiene pienamente perché lavorerò con persone amiche e che stimo, e anche perché il mio primo incarico lavorativo appena laureata è stato fare la guida alla storica mostra del quattrocentenario della sua nascita nel 1991: una mostra molto bella, organizzata tra la Pinacoteca di Cento e quella di Bologna, visitatissima. Ho trascorso giorni e giorni in Pinacoteca parlando delle opere del maestro, al punto che mi sono diventate famigliari e care.
Anche se poi ho percorso diverse strade, in ogni occasione riemerge la memoria di quella esperienza, che mi ha formata molto, per diversi aspetti. In qualche modo sono partita da qui, e dopo tante esperienze fuori ci torno con piacere, con la volontà di restituire qualcosa che ho ricevuto e che ha arricchito la mia vita.»
Cosa significa per te questo ruolo?
«Il ruolo che ricopro è onorario, dunque, senza giochi di parole, è un onore. L’impegno sarà portare avanti un progetto iniziato nel 2017 dal collega Salvatore Amelio, che ha dato un contributo fondamentale alla nascita del Centro Studi, ampliando la visione e aggiornando le modalità operative.»
Secondo te, il Centro Studi quanta importanza ed incidenza ha sul nostro territorio?
«Potrei scrivere a lungo dell’incidenza che un centro studi può avere per il nostro territorio, diciamo che il progetto è molto ampio e si svelerà nel tempo. In sintesi, come spesso ci diciamo, il Guercino per noi è più di un grande artista, per questo territorio è proprio un genius loci, uno spirito benevolo che può guidarci a interpretare la nostra identità e che, per la sua peculiare personalità, per la sua biografia, per il suo sguardo su queste terre, sulla gente e sul paesaggio, ci offre molte direzioni di lavoro. L’asse centopievese sarà portante e unificante in questo senso, ma sarà un catalizzatore di dinamiche di portata molto più ampia.»
Qual è secondo te la funzione del Centro Studi?
«La funzione si può indicare in cinque assi portanti, a mio avviso non ancora del tutto consolidati:
– essere collettore e punto di riferimento per esperti e studiosi, anche giovani, attraverso un rapporto ampio con i centri di ricerca universitari e non
– raccogliere e catalogare anche digitalmente tutte le immagini delle opere e la documentazione inerente il maestro e la sua scuola, creando un patrimonio condiviso open source
– divulgare l’arte del Guercino e della sua scuola su un orizzonte molto ampio, partendo dai bambini del territorio ( immagino che “ogni bambino dovrà conoscere Guercino”)
– tutelare l’immagine, l’autenticità, la salvaguardia e la comprensione delle opere, anche promuovendo iniziative espositive, acquisizioni, restauri
– favorire la conoscenza e la fruizione dell’arte in senso ampio, arrivando alla promozione della ricerca contemporanea, perchè solo in una visione aperta e trasversale si si sensibilizza il pubblico alla cultura artistica e si crea consapevolezza del valore del patrimonio culturale. Intorno a queste linee guida d’azione immagino poi una cornice di relazioni con molti enti pubblici e privati, e un’azione di valorizzazione turistica del territorio, che parte dal turismo interno e di prossimità per aspirare a quello internazionale. In questo senso penso sarà strategica anche un’attenzione al nostro paesaggio rurale e fluviale, che potremmo rileggere e valorizzare come missione di restauro e ripristino di un contesto ambientale importante, per noi che ci viviamo e per chi venendo da fuori può fare un’esperienza molto ricca e coinvolgente.
Mi fermo qui, perchè mentre scrivo già mi vengono altre idee, ma intanto è importante partire. E spero di trovare molta collaborazione, che sarà fondamentale da parte di istituzioni e cittadini. Chiudo pensando ai giovani, perchè credo che quello che si fa oggi sia per loro, e che, oltre al piacere e all’arricchimento culturale, davvero si possa generare un piccola ma strategica economia in questo territorio che sul piano che sta cambiando tanto.»